1. Partenza dalla chiesa di Castel Madruzzo, dedicata alla Madonna di Loreto, con la riproduzione della Santa Casa all'interno.
2. Attraversando il paese e scendendo, passando davanti ad un recinto di capre con una parete di roccia segnata da una Madonna ci si porta alla rotonda delle Sarche, si attraversa e dopo pochi metri sulla sinistra si prende il sentiero per San Siro. E' uno dei più antichi edifici sacri trentini.
3. Dopo aver visitato la chiesetta si prosegue lungo la strada e poi si prende il sentiero per Cavedine e si segue per località Mocchi.
4. L'acciottolato è antichissimo e dove la pista corre sulla roccia viva si possono distinguere i solchi lasciati dai carri.
5. Sulla destra ad uno slargo su un sasso ho segnato la A di arkeotrekking: da lì si prende il sentiero che porta al Riparo del Santuario, segnalato, ad ogni svolta, con la A bianca che bisogna seguire.
6. Si sale per un po' fin quasi alla cima del poggio, poi un'entrata segnalata con l'interruzione di un muretto di pietre a terra introduce ad un sentiero che scende per qualche metro e porta al Riparo del Santuario.
7. In tutto il sito si possono distingere varie rampe di entrata, "porte inziatiche" incluse nella roccia, buchi, caverne e altri piccoli ripari sottoroccia che potrebbero aver ospitato altre sepolture o luoghi rituali.
8. Si torna indietro sul Sentiero archeologico e si prosegue per il Trono della Regina, ribattezzato "Carega del Diaol". E' un'altra zona rituale con pietre sacre: uno spazio circolare con quello che forse poteva essere un dolmen, un altro monumento con iscrizioni, un'altra pietra lavorata (altare sacrificale?) che adesso sta al Museo di Rovereto......
9. Si ritorna sui propri passi per qualche metro e si prende la svolta per la grotta della Cosina. Sulla sinistra del sentiero, se si fa attenzione si scopre un'edicola alla Madonna, costruita pochi anni fa ma esattamente nello stesso modo in cui si edificavano i siti votivi dedicati alla Gran Madre.
10. La grotta della Cosina in cui si rinvennero alcune delle sepolture più antiche della Valle.
11. Si passa di fronte al capitello dei "Mericani" costruito con le rimesse degli emigrati in America e dedicato alla Madonna.
12. Si ariva alla Fonte "romana" seguendo le indicazioni, poi si ritorna indietro di pochi metri e si prende il sentiero per Stravino.
13. Si raggiunge la provinciale a lato di un capitello con la Pietà, si attraversa la strada e ci si porta alla chiesa.
14. Si prosegue sul sentiero fino ad un incrocio segnato da numerosi simboli propiziatori pagani e cristiani, comprese le pietre conficcate per terra, le corna, la lumaca fossile: ciò che si caccia fuori dalla porta torna senpre, prima o poi, dalla finestra...... si prende il sentiero verso il Maso Mongidori con la Madonna da una parte e Cristo dall'altra.
16. Si sale fino al Maso e poi si scende a Lasino. Si attraversa il paese, si arriva fino a Villa Chinatti, a fianco del capitello sulla destra si imbocca il sentiero che riporta fino a Madruzzo.
Chiesa della Madonna di Loreto - Castel Madruzzo
La chiesetta, dedicata al culto della Madonna di Loreto, è stata costruita nel 1645 dal principe vescovo Carlo Emanuele Madruzzo.
L’interno della chiesa si compone di un’unica navata con una piccola aula a pianta rettangolare, dipinta con un cielo stellato su sfondo bianco ed uno stretto ambulacro voltato, che gira attorno all'aula per tutto il perimetro . All'interno di questo trovano posto due cappelle con altare e pala (aggiunte al principio del XVII secolo). Una è dedicata a sant'Anna, madre della Madonna; l'altra a Thomas Beckett, arcivescovo inglese ucciso nella cattedrale di Canterbury nel 1170. La presenza di questo dipinto testimonia i contatti internazionali dei principi vescovi trentini di allora.
Sul lato destro è presente una piccola sacrestia, aggiunta in un secondo momento. Il campanile, sormontato da una bellissima cuspide di pietra, eretto nel 1749, fu utilizzato da un gruppo di partigiani locali come stazione radio nel corso della Seconda Guerra mondiale.
La Santa Casa e la Madonna Nera
Il nucleo centrale della chiesa racchiude la 'Casa di Loreto', cioè la casa della Madonna che, secondo la tradizione, sarebbe stata portata fino alla collina del santuario dagli angeli. Si tratta di una fedele riproduzione della casa lauretana: ne riprende le misure, la finestrella con l’inferriata, le decorazioni pittoriche e l'organizzazione degli spazi. Le pareti sono dipinte in finti mattoni e sono riprodotti gli episodi della vita della Madonna.
L’altare maggiore custodisce una copia della statua della Madonna Nera di Loreto. E' una delle copie più antiche visibili, perchè quella originale bruciò negli anni '20 del secolo scorso. La presenza della Madonna Nera segna la continuità di un culto alla Gran Madre Nera presente a Castel Madruzzo con un bassorilievo dedicato alla dea Cibele.
Castel Madruzzo
E' uno dei castelli più antichi del Trentino, luogo di origine dei Madruzzo, costruito su in sito preistorico come testimoniano i ritrovamenti (andati perduti) e le incisioni sulla roccia che lo sostiene, probabilmente un luogo sacro fin dai primordi. Al suo interno è conservato un bassorilievo dedicato a Cibele, Gran madre della montagna e Dea Nera, che testimonia la continuità del culto con la Madonna Nera della chiesa del paese. Il castello è privato e non visitabile.
Chiesa di San Siro - Lasino
La chiesetta è costituita dall'accorpamento di edifici risalenti a diverse epoche. Dell'antica costruzione romanica del XII secolo sopravvive solo l'abside semicircolare di pietre squadrate, e le fondamenta del campanile, terminato nel XIII - inizio XIV secolo. La chiesa fu ampliata a partire dal 1610 e consacrata al termine dei lavori il giorno 11 giugno 1625. Sulle pareti dell'abside che contenevano l'altar maggiore, ci sono gli affreschi medioevali venuti alla luce negli ultimi restauri, che rappresentano i Dodici Apostoli, Cristo Pantocratore, i quattro Evangelisti ed un vescovo, probabilmente San Siro. La chiesa, posizionata sulla Traversara, l'antica via di comunicazione tra il Garda e Merano, funzionava anche da punto tappa per i viaggiatori.
Riparo del Santuario - Lasino
E' uno dei siti sacri preitorici più importanti a livello provinciale, con reperti che documentano una frequentazione che va dal Neiolitico fino all'età dei metalli. Sono stati rinvenuti decine di oggetti, fra cui una sepoltura disgiunta (un cranio racchiuso in un contenitore di terracotta con coperchio). Si tratta di un riparo sottoroccia in un luogo di grande suggestione paesaggistica, in cui esistevano "porte di accesso" (probabilmente "porte iniziatiche") e rampe con scalini intagliati nella roccia.
Trono della Regina - Cavedine
Chiamato anche "Carega del Diaol" testimonia la presenza di un'arcaico culto ad una Dea femmina, poi demonizzato. E' un sito archeologico circolare con due costruzioni di pietra: una sembra un dolmen, l'altra, a forma di sedile, porta un'iscrizione commissionata da Publio Liamno figlio di Marco Andilone in onore degli dei Mani e della moglie Prima Liberta. E' in latino ma i nomi sono locali. Forse, a causa della diffusione del cristianesimo, gli abitanti pagani della valle si sarebbero ritirati sul dosso, per costruire un luogo di culto alle loro divinità. Nelle vicinanze è stata rinvenuta una “pietra sacrificale”, conservata alla Fondazione Museo Civico di Rovereto.
Grotta della Cosina - Cavedine
Fu proprio qui che don Vogt scoprì le prime sepolture e rinvenne i primi reperti nel 1912. Trovò cinque scheletri rannicchiati in posizione fetale: furono posizionati nel ventre della Gran Madre per poter rinascere. Sono databili al III-II millennio a.C. I defunti erano dotati di corredo composto da vasellame (che conteneva alimenti per l'ultimo viaggio), strumenti in selce, pugnale. Purtroppo i resti ossei sono andati dispersi; gli oggetti in selce sono depositati al Museo diocesano e non sono visibili.
"Fonte romana" - Cavedine
In realtà non è una fonte ma un impianto a percolamento: in un particolare punto l'umidità viene convogliata in una cisterna che ne consente l'estrazione. La tecnologia non è romana ma appartiene alla cultura locale e ne dimostra la grande conoscenza del proprio territorio. E' stata sicuramente fatta e rifatta varie volte, l'origine è antichissima e probabilmente anche connessa con rituali arcaici legati al femminile.