1. Partenza dalla parrocchiale di Vezzano che conserva una coppia di leoncini in pietra provenienti da Castel Madruzzo e il tegolone romano che sovrastava la ciotola con le reliquie di San Valentino (poi trafugato).
2. Seguendo il sentiero per Lagolo si raggiungono le poste e da qui il Bersaglio austro ungarico, che contiene l'ascia di pietra più antica della Valle.
3. Seguendo il sentiero per Castel Madruzzo si arriva fino ai ruderi della chiesa di San Martino, costruita (probabilmente) sul Castrum prima retico, poi romano e poi longobardo, ritrovo a più riprese di eretici di varie razze e natura.
3. Da San Martino si scende e, passando dietro al teatro, ci si allaccia col Sentiero Stoppani che porta al Bus dei Poieti e ad altri "buchi" glaciali, in cui sono stati fatti ritrovamenti preistorci causati da possibili frequentazioni rituali di questi siti.
4. Per arrivare alla chiesetta di San Valentino (anche queste una delle più antiche del Trentino) bisogna attraversare lo stradone e poi tornare verso Vezzano attraverso le strade agricole fra i frutteti.
5. Si attraversa il centro storico di impianto medioevale di Vezzano e si prende la ciclabile per Terlago.
6. Tutta la zona di Terlago è uno dei siti in cui sono stati fatti più ritrovamenti archeologici dalle epoche più arcaiche: dal "ciottolo" che conserva tracce di probabile protoscrittura, al "tesoretto" in onore della Dea retica, ai ripari sottoroccia, alle sepolture.
7. Si arriva alla chiesa di San Pantaleone di antichissima origine costruita su un poggio che è tutta una zona archeologica con ritrovamenti stratificati di epoche diverse.
8. Si fa il giro del lago di Terlago in cui si possono distinguere le "lore", i canali di riempimento/svuotamento del lago che hanno causato secoli di conflitti fra nobili e contadini per i diritti di uso dell'acqua e del territorio.
9. Nella chiesa di Terlago, che esisteva fin da epoche remote come santuario della Madonna della Grazie e poi venne ridedicata a sant'Andrea apostolo, varie immagini di Madonne e, dietro l'altare, il gruppo ligneo della Madonna delle Grazie che viene mostrato solo in particolari occasioni durante l'anno.
10. Al centro del paese, il tavolo delle Regole costruito in pietra (da un sasso sacro?) attorno a cui si tenevano pubblicamente le assemblee di gestione del territorio e della comunità.
11. Attraversando il centro storico di impianto medioevale di Terlago, si raggiunge il Castello (che come quello di Madruzzo è privato e non visitabile).
12. Si seguono le indicazioni per Giro del Monte Mezzana e si arriva a Covelo tenendosi nel sentiero fra i boschi. La chiesa insiste su un punto dominante, probabile luogo sacro preistorico, in cui sono stati rinvenuti massi coppellati.
13. Si arriva ad un incrocio sulla strada asfaltata segnato da un capitello e da una croce e si prende per Vezzano.
14. Si lascia la strada asfaltata seguendo le indicazioni per il Giro delle quattro frazioni che porta a Vezzano.
15. Si arriva sulla ciclabile per Vezzano e, al negozio di prodotti lavorati in rame erede di un'antica manifattura e di un mulino, si prende il sentiero per Vezzano che attraverso la porta del borgo ci riporta alla chiesa.
Chiesa parrocchiale dei santi Vigilio e Valentino - Vezzano
La chiesa attuale è stata costruita nel XX secolo, ma quella orignaria è medioevale. Il campanile risale al XVI secolo. All'interno sono contenuti i resti della sepoltura (un tegolone romano) che conteneva le reliquie di san Valentino, provenienti dall'omonima chiesetta, e risalenti al VI secolo; e la coppia di leoncini di marmo provenienti da Castel Madruzzo. Il vasetto di terracotta che racchiudeva i residui di combustione del santo, invece, è stato rubato.
Ruderi della chiesetta di san Martino - Vezzano
Edificata su un probabile castelliere retico, è forse il sito del Castrum Vettianii di cui parla Paolo Diacono nell'Historia Longobardorum: una fortificazione longobarda che difendeva il villaggio sottostante, luogo di rifugio della comunità nei momenti di assedio e di difficoltà. La dedica a san Martino confermerebbe l'origine longobarda, visto che era il santo prediletto delle genti provenienti dal Nord, in quanto incarnava le qualità su cui si basava la loro civiltà: il coraggio in guerra (era un comandante militare) e la generosità (divide il proprio mantello per coprire il povero). E' stata ritrovo di eretici di diversa razza e natura nel corso dei secoli.
Bus dei poieti - Vezzano
I pozzi glaciali - chiamati anche "marmitte dei giganti" - furono scavati dal ghiacciaio che letteralmente formò la Valle dei Laghi. Sono luoghi molto suggestivi che rimandano alla simbologia femminile del ventre della Terra, la Gran Madre. Forse proprio questa fu la ragione per cui in uno dei più profondi, il Bus dei Poieti appunto, furono rinvenuti resti preistorici che fanno presupporre fosse utilizzato come sito sacro.
San Valentino - Vezzano
In questo luogo esisteva un villaggio fin dalla preistoria, e poi un insediamento romano. A quel tempo si trovava proprio sull'asse stradale più importante della Valle. La chiesetta è una delle più antiche del Trentino: risale quanto meno al IX secolo. Alla fine del XV secolo fu ricostruita e rifacendo l'altare vennero rinvenute le reliquie di San Valentino e san Parentino, del III secolo. Rimane l'affresco sulla lunetta sopra la porta di ingresso. Era un santuario importante prima che la costruzione della strada di fondovalle lo tagliasse fuori dai percorsi. All'interno, gran parte degli ex voto sono stati rubati, e anche gli altari sono stati danneggiati per trafugare le immagini sacre.
San Pantaleone - Terlago
La posizione tradisce l'importanza che questo sito doveva rivestire fin dalle epoche più remote. Probabilmente sorge su un sito sacro preistorico. E, malgrado oggi sia escluso dalle maggiori vie di comunicazione, la continua riedificazione nei secoli e gli affreschi di un importante pittore rinascimentale, il Verla, ne svelano la rilevanza. La chiesa attuale risale al 1500 ma rimangono alcuni elementi degli edifici precedenti: il campanile a vela, l'arco santo affrescato.....
Le "lore" - lago di Terlago
Per secoli, la gestione delle acque del lago oppose duramente i signori del castello e le popolazioni locali. I nobili volevano il lago pieno per poter andare a pescare; i contadini volevano poter irrigare i campi per produrre cibo. Attraverso un sistema che probabilmente risale ad epoche arcaiche, le acque vengono drenate attraverso inghiottitoi carsici (chiamati in loco "lore") disposti a quote differenti e condizionati dall’andamento regionale delle dislocazioni tettoniche.
Chiesa parrocchiale di sant'Andrea - Terlago
E' ricordata fin dall'inizio del XIII secolo, è verosimile che si stata costruita su un edificio preesistente. Malgrado sia dedicata ad un santo maschio, è santuario della Madonna delle Grazie, e conserva all'interno diverse pregevoli immagini mariane fra cui quella custodita dietro all'altare. Si tratta di un gruppo ligneo policromo del XV secolo recentemente restaurato che viene mostrato al pubblico solo in alcune particolari occasioni durante l'anno.
Tavola delle Regole - Terlago
Attorno a questa tavola in pietra. retaggio delle antiche pietre sacre dei popoli alpini, si tenevano le assemblee e si prendevano le decisioni con i deputati eletti dalla comunità, davanti agli abitanti del paese. Si tratta di una testimonianza antropologica che risale alla notte dei tempi, che è stata attiva per secoli e che in molti casi funziona ancora oggi.
Castello - Terlago
Il castello sorge in una zona pianeggiante della Valle, e si trovava nel Medio Evo su un importante asse viario, la Traversara, che collegava il Garda con la Valle di Non. Sembra non fosse un feudo di una singola casata ma fosse di proprietà di diverse famiglie della zona, non imparentate fra loro, e funzionasse come luogo di rifugio della comunità. Le prime notizie risalgono al XII secolo (ma sicuramente il luogo era utilizzato già da prima). E' composto da due torri separate che erano dimora di due distinti nuclei famigliari, unico esempio in Trentino. Malgrado sia stato danneggiato dalle campagne militari del generale Vendome nel XVIII secolo, si mantengono completamente le torri e la cinta muraria. Dal XVI secolo è proprietà di una sola famiglia. Oggi è privato e non visitabile.