Le antiche piste erano vie sacre. Abbiamo testimonianze di processioni guidate da donne dalle incisioni sulle situle retiche e dalle testimonianze degli autori classici quando parlano dei popoli delle Alpi. Vicino a questi percorsi sono stati rinvenuti tesori sepolti in onore delle divinità. Gran parte dei reperti trasmettono l'idea di una divinità femmina, come la Dea ritrovata a Cavedine  sotto forma di ciondolo che forma il logo di questo sito, o quella del tesoretto di Terlago. E' la Gran Madre retica, Reitia, che guida il nostro cammino. Proviene dagli strati più arcaici della coscienza umana ed è stata la prima Dea. Purtroppo o per fortuna, visto che i nostri antenati utilizzavano tecniche di costruzione talmente sostenibili che quando i muri delle case crollavano i sassi e i legni tornvano alla Terra e scomparivano, poco è rimasto sopra il suolo.  Dobbiamo immaginarci i luoghi che attraversiamo, i villaggi scomparsi, i santuari nei ripari sottoroccia, le pietre sacre, le sepolture. Alcuni di quegli oggetti potremo ritrovarli nei musei.  Le Madri stanno ancora sugli altari come Madonne. Una volta fuori dai paesi, in molti luoghi il paesaggio non è poi cambiato di molto, e può aiutarci a vedere con la mente e con il cuore.