In questa sezione sono inseriti articoli e presentazioni per approfondire le informazioni e lo studio sui vari siti archeologici che sono toccati dai percorsi di arkeotrekking.  E' organizzata come una biblioteca a scaffali aperti, anche perchè contiamo, nel futuro, di arricchirla di altri articoli e pubblicazioni. Nella prima pagina abbiamo inserito tutti gli articoli. Da qui si può andare negli itinerari e nei capitoli tematici genarli. Dagli itinerari, si può arrivare ai punti di interesse. Abbiamo deciso di valorizzare l'opera degli studiosi locali che, nel corso di questi anni, hanno pubblicato numerosi articoli sulle riviste di storia e cultura della Valle dei Laghi, facendo un ottimo lavoro di diffusione e divulgazione del patrimonio culturale. Abbiamo inserito anche pubblicazioni specialistiche - alcune delle quali antiche - per chi vuole andare un po' più a fondo e non si spaventa di fronte al linguaggio tecnico. Sono benvenute segnalazioni e invio di altro materiale, che verrà esaminato e inserito in pagina.

 

  

 

I RETI

 

I Reti furono i primi abitanti censiti come popolo di gran parte dell'arco alpino. Ma ancora si sa pochissimo di loro: di sicuro però hanno lasciato reperti bellissimi, che testimoniano un alto livello culturale. Le tre presentazioni sui Reti,  che si sono tenute a Brusino nell’estate del 2022, sono liberamente scaricabili e utilizzabili per lezioni e ricerche, basta citare la fonte.  

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Silvano Maccabelli, La facies retica di Fritzens Sanzeno in Valle dei Laghi
Sanzeno in Val di Non è considerato il centro della civiltà retica trentina, e uno dei siti più importanti a livello alpino. Gli storici latini parlano di quarantaquattro popoli fra i Reti. Certo è che condussero una guerra senza quartiere contro i Romani: la tribù degli Stoni, che probabilmente confinava proprio con la Valle dei Laghi, commise il suicidio di massa pur di non essere ridotta in schiavitù.
retrospettive-41_web-3-14.pdf
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I Reti, le Alpi e l’archeologia del paesaggio. La Traversara e la storia arcaica delle migrazioni delle tribù della montagna
I primi resti umani in area alpina risalgono ad un milione di anni fa: sono stati rinvenuti nella Grotte du Vallonet, in Riviera, presso Roccabruna-Cap Saint Martin, pochi chilometri ad est di Monaco. Lo spazio di montagna comincia ad essere abitato, allo stato attuale delle nostre conoscenze, durante l’era interglaciale Riss-Wurm: 100.000 anni fa. Siamo in Svizzera, Canton San Gallo, sopra Vattis in Val Tamina: nella Caverna del Drago, il Drachenloch, a 2.445 metri di altezza, esistono resti di focolari. Il Loch è un toponimo di grande importanza. In tedesco “buco”, “caverna”; in latino lucus è il bosco sacro, ma nei dialetti del “bri” della Val Chiavenna, oggi significa luogo. Anche in Trentino esistono vari toponimi che portano il nome «luco», «lugo». Nei Loch si sono ritrovati molti reperti funebri. La conca delle Viote, sul Monte Bondone, era frequentata già migliaia di anni fa, in epoca glaciale, da popolazioni di cacciatori-raccoglitori .....
sentiero archeologico - le alpi.pdf
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I Reti, chi erano costoro? Il misterioso popolo di cui è (quasi) persa la memoria
Per i Romani, barbari e selvaggi. Alcune tribù commisero il suicidio di massa pur di non essere soggiogate: altre si romanizzarono fino ad assumere nomi latini e ad esercitare alte cariche nella magistratura e nell'esercito. In realtà, questi antichi popoli di montagna avevano raggiunto un alto grado di civiltà, vivevano secondo regole egualitarie che assicuravano un alto livello di vita per tutti, avevano grande senso artistico, erano artigiani bravissimi scrivevano, e fra loro le donne combattevano, facevano le sacerdotesse e tenevano scuole di scrittura in quattro alfabeti diversi
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I Reti e la religione. Il Trono della Regina: la Gran Madre della vita e della morte. Testimonianze della religione della Dea sul percorso sacro
Il primo luogo sacro della storia dell’umanità è proprio la montagna. Tracce di frequentazione in altura sono state rinvenute anche in luoghi considerati inaccessibile fino alle «conquiste alpinistiche». Poi vengono le grotte aperte, che potevano anche essere chiusa da strutture di legno, in modo da aumentare lo spazio agibile. E’ il ventre della Madre. La ritualità legata ai defunti fu forse la prima della storia dell’umanità. La credenza nella vita dopo la morte è arcaica. Ossa e cadaveri venivano manipolati, smembrati, in qualche caso anche mangiati, e venivano sepolti a più riprese. Poi parti dello scheletro venivano reimpiegate per farne oggetti magici o apotropaici e rideposti in altri luoghi.
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