In questa sezione sono inseriti articoli e presentazioni per approfondire le informazioni e lo studio sui vari siti archeologici  toccati dai percorsi di arkeotrekking.  E' organizzata come una biblioteca a scaffali aperti, anche perchè contiamo, nel futuro, di arricchirla di altri articoli e pubblicazioni. Nella prima pagina abbiamo inserito tutti gli articoli. Da qui si può andare negli itinerari e nei capitoli tematici genarli. Dagli itinerari, si può arrivare ai punti di interesse. Abbiamo deciso di valorizzare l'opera degli studiosi locali che, nel corso di questi anni, hanno pubblicato numerosi articoli sulle riviste di storia e cultura della Valle dei Laghi, facendo un ottimo lavoro di diffusione e divulgazione del patrimonio culturale. Abbiamo inserito anche pubblicazioni specialistiche - alcune delle quali antiche - per chi vuole andare un po' più a fondo e non si spaventa di fronte al linguaggio tecnico. Sono benvenute segnalazioni e invio di altro materiale, che verrà esaminato e inserito in pagina.

 

 

 

 

 

ARCHEOLOGIA DI UNA VALLE

 

La Valle dei laghi è uno dei luoghi in cui la stratificazione archeologica, storica e culturale è fra le maggiori in Trentino. Percorsa da una via di comunicazione importantissima per millenni, piano piano rivela siti e reperti poco conosciuti o ignorati per molti anni, dispersi fra vari musei, ancora da scoprire e da studiare.

 

 

Download
Franco Marzatico, Elvira Migliario, Il mondo retico e Roma; Romanizzare una regione alpina; Le strutture del territorio; La città e il territorio fra Augusto e Teodorico.
Estratto dal volume "Il territorio trentino nella storia europea" edito dalla Fondazione Bruno Kessler, una serie di contributi che riguardano l'intera regione alpina in cui la Valle dei Laghi è inserita, in cui va inquadrata la sua storia. Il linguaggio è piacevole e accessibile a chiunque. Contiene anche una serie di schede molto interessanti, che trattano i temi più vari, fra cui "Piccoli e grandi proprietari fra Alto Garda e Valle dei Laghi"
Il_territorio_trentino_nella_storia_euro
Documento Adobe Acrobat 2.6 MB
Download
Gianni Ciurletti, Vite e vino dalla preistoria all'età romana
Una delle testimonianze più antiche dell'uso della vite proviene proprio dal Riparo del Santuario a Lasino: l'analisi archeobotanica degli strati di terreno ha rivelato la presenza di vinaccioli di vite selvatica. L'uva non era ancora vinificata, ma veniva raccolta per fare pappe e bevande inebrianti a basso tenore alcoolico. Ma si partì da lì per fare il vino retico, apprezzatissimo ed esportato come bene di lusso a Roma.
Riparo santuario - Storia_regionale_dell
Documento Adobe Acrobat 2.4 MB
Download
Lo sviluppo storico della Valle di Cavedine
Dalla preistoria al periodo delle pievi medioevali, alle prime carte di regola delle comunità, alla signopria dei vescovi Madruzzo: un excursus storico dalle origini fino al 1600.
retrospettive-65-web-11-29.pdf
Documento Adobe Acrobat 1.2 MB
Download
Luca Pisoni, Un capitolo di archeologia del Primo Novecento
Quattro casse piene di reperti archeologici provenienti da Cavedine, Vezzano, Lasino, Terlago, raccolte dai primi ricercatori che operarono in valle, fra cui il farmacista di Vezzano Ciro Vecchietti, pronte per essere portate a Vienna, furono invece depositate al Museo civico di Bolzano durante il primo conflitto mondiale. Il saggio è il risultato di uno "scavo in museo".
Valle dei laghi - Pisoni Luca Gaetano -
Documento Adobe Acrobat 16.7 MB

 

  

 

I RETI

 

I Reti furono i primi abitanti censiti come popolo di gran parte dell'arco alpino. Ma ancora si sa pochissimo di loro: di sicuro però hanno lasciato reperti bellissimi, che testimoniano un alto livello culturale. Le tre presentazioni sui Reti, che si sono tenute a Brusino nell’estate del 2022, sono liberamente scaricabili e utilizzabili per lezioni e ricerche, basta citare la fonte.  

Download
Silvano Maccabelli, La facies retica di Fritzens Sanzeno in Valle dei Laghi
Sanzeno in Val di Non è considerato il centro della civiltà retica trentina, e uno dei siti più importanti a livello alpino. Glio storici latini parlano di quarantaquattro popoli fra i Reti. Certo è che condussero una guerra senza quartiere contro i Romani: la tribù degli Stoni, che probabilmente confinava proprio con la Valle dei Laghi, commise il suicidio di massa pur di non essere ridotta in schiavitù.
retrospettive-41_web-3-14.pdf
Documento Adobe Acrobat 576.1 KB
Download
I Reti, le Alpi e l’archeologia del paesaggio. La Traversara e la storia arcaica delle migrazioni delle tribù della montagna
I primi resti umani in area alpina risalgono ad un milione di anni fa: sono stati rinvenuti nella Grotte du Vallonet, in Riviera, presso Roccabruna-Cap Saint Martin, pochi chilometri ad est di Monaco. Lo spazio di montagna comincia ad essere abitato, allo stato attuale delle nostre conoscenze, durante l’era interglaciale Riss-Wurm: 100.000 anni fa. Siamo in Svizzera, Canton San Gallo, sopra Vattis in Val Tamina: nella Caverna del Drago, il Drachenloch, a 2.445 metri di altezza, esistono resti di focolari. Il Loch è un toponimo di grande importanza. In tedesco “buco”, “caverna”; in latino lucus è il bosco sacro, ma nei dialetti del “bri” della Val Chiavenna, oggi significa luogo. Anche in Trentino esistono vari toponimi che portano il nome «luco», «lugo». Nei Loch si sono ritrovati molti reperti funebri. La conca delle Viote, sul Monte Bondone, era frequentata già migliaia di anni fa, in epoca glaciale, da popolazioni di cacciatori-raccoglitori .....
sentiero archeologico - le alpi.pdf
Documento Adobe Acrobat 11.0 MB
Download
I Reti, chi erano costoro? Il misterioso popolo di cui è (quasi) persa la memoria
Per i Romani, barbari e selvaggi. Alcune tribù commisero il suicidio di massa pur di non essere soggiogate: altre si romanizzarono fino ad assumere nomi latini e ad esercitare alte cariche nella magistratura e nell'esercito. In realtà, questi antichi popoli di montagna avevano raggiunto un alto grado di civiltà, vivevano secondo regole egualitarie che assicuravano un buon livello di vita per tutti, avevano grande senso artistico, erano artigiani bravissimi, scrivevano, e fra loro le donne combattevano, facevano le sacerdotesse e tenevano scuole di scrittura in quattro alfabeti diversi
SEntiero archeologico - i reti.pdf
Documento Adobe Acrobat 6.4 MB
Download
I Reti e la religione. Il Trono della Regina: la Gran Madre della vita e della morte. Testimonianze della religione della Dea sul percorso sacro
Il primo luogo sacro della storia dell’umanità è proprio la montagna. Tracce di frequentazione in altura sono state rinvenute anche in luoghi considerati inaccessibile fino alle «conquiste alpinistiche». Poi vengono le grotte aperte, che poteva anche essere chiusa da strutture di legno, in modo da aumentare lo spazio agibile. E’ il ventre della Madre. La ritualità legata ai defunti fu forse la prima della storia dell’umanità. La credenza nella vita dopo la morte è arcaica. Ossa e cadaveri venivano manipolati, smembrati, in qualche caso anche mangiati, e venivano sepolti a più riprese. Poi parti dello scheletro venivano reimpiegate per farne oggetti magici o apotropaici e rideposti in altri luoghi.
SEntiero archeologico - religione.pdf
Documento Adobe Acrobat 12.0 MB

 

 

 

 

 

IL SENTIERO DEI FATI E DELLE FATE

 

 

 

 

 

 

LE SARCHE

 

Per migliaia di anni, la Sarca (al femminile come gran parte degli elementi d’acqua) prima di arrivare al Garda si diramava in fiumi, canali, acquitrini:  una zona liminale, un confine naturale con guado e ponte. 

Download
Luigi Bressa, Convento di Sarche snodo fra Giudicarie e Valle dei Laghi
Il convento di Sarche potrebbe essere fra i più antichi del Trentino. Fu fondato dai Celestini, ordine creato da Celestino V, il papa che fece "il gran rifiuto", che imponeva regole rigide e rigorosa vita di preghiera. Furono proprio loro a bonificare la piana e poi ad essere "scaricati" dal vescovo quando riuscì ad appropriarsi della piana ormai coperta da viti e colture.
Judicaria 97-45-50.pdf
Documento Adobe Acrobat 178.0 KB
Download
Mariano Bosetti, La divisione confinaria del piano Sarca (XV.XVI sec)
Quando arrivarono i Romani, cercarono di rinominare divinità arcaiche legate al culto della natura, delle montagne, delle acque. Ma i dominatori riuscirono solo a cambiare il nome di entità che si conservarono anche dopo la cristianizzazione
Judicaria 92-58-65.pdf
Documento Adobe Acrobat 315.2 KB

 

 

 

CASTEL TOBLINO

 

Il territorio apparteneva alla tribù retica dei Toblinates che avevano un sito sacro sull’acqua, dedicato ai Fati ed alle Fate……

Download
Verena Depaoli, Affascinante Toblino fra storia arte e mistero
Le prime fortificazioni a Castel Toblino furono costruite dai Reti su quello che era un sperone roccioso circondato dalle acque. Poi divenne un sito sacro alle divinità del posto e del destino: le Fate ma anche i Fati, unici in Italia......
Judicaria 87-134-144.pdf
Documento Adobe Acrobat 383.5 KB

 

 

 

 

 

 

SULLE TRACCE DELLA DEA NERA

 

 

 

CASTEL MADRUZZO

 

In questo piccolo paese visse per decenni don Felice Vogt, il primo che fece scavi in Valle dei Laghi. Il castello e la collina a fianco sono siti archeologici in cui sono stati rinvenuti numerosi reperti; e la chiesa conserva una Madonna Nera, testimonianza di un culto arcaico alla Gran Madre.

 

 

Download
Antonello Adamoli, La chiesa della Madonna di Loreto a Madruzzo
Nella chiesina di Madruzzo è riprodotta centimetro per centimetro la casa della Madonna portata a Loreto dagli angeli (o almeno, così si dice.....) su cui fu fondato uno dei più grandi santuari della cristianità. All'interno, la statua della Madonna Nera, immagine arcaica della Gran Madre Nera, simbolo di fertilità dalla notte dei tempi passato al cristianesimo.
Judicaria 92-71-77.pdf
Documento Adobe Acrobat 278.1 KB

Michela Zucca, La casa di Maria a Castel Madruzzo - puntata di Pietre Vive del 5.11.2022

La chiesa di S. Maria Lauretana a Castel Madruzzo racchiude un piccolo gioiello: la copia fedele della Santa Casa di Loreto. Riprodotta mattone per mattone. E la statua della Madonna Nera è la più antica in circolazione: quella di Madruzzo è del 1600, quella di Loreto bruciò un secolo fa..... 

 

  

 

LASINO – RIPARO DEL SANTUARIO

 

Per molti secoli, si persero le tracce di questo importantissimo luogo sacro: il ricordo rimase soltanto nel nome, e nella tradizione popolare. Ma appena cominciarono le ricerche archeologiche, il sito restituì reperti notevoli: e molto c’è ancora da fare……

Download
Alessandro Bonardi, Umberto Tecchiati, Risultati delle ricerche 1994 e 1996 nel sito dell'età del Bronzo del Riparo del Santuario di Lasino in Val di Cavedine (Tn)
Sono state individuate delle sepolture secondarie, ovvero dei depositi di ossa umane provenienti da altre tombe: già si sapeva che le popolazioni antiche praticavano la manipolazione dei cadaveri. Si propone anche, data l'importanza dei reperti, la musealizzazione del sito.
IMG-20220910-WA0007.jpg
Formato JPG 520.9 KB
Download
Umberto Tecchiati, Alcune considerazioni sull'ultima fase di frequentazione del Riparo del Santuario di Lasino in Val di Cavedine (Bronzo recente e finale: XIII-X secolo a.C.)
Il Riparo del Santario si trovava allora su uno dei più importanti assi viari del Trentino: non c'è da stupirsi che il sito abbia restituito un'infinità di reperti, e che molto resti ancora da scoprire.....
Lasino - TECCHIATI Umberto - Alcune cons
Documento Adobe Acrobat 3.4 MB
Download
Lorenzo Costantini, Margherita Lauria, Umberto Tecchiati, I resti carpologici dell'antica e media età del Bronzo del Riparo del Santuario di Lasino (Trento) - Scavi 1996
I resti carpologici sono i resti alimentari lasciati dagli antichi frequentatori del sito, che consentono di ricostruire l'alimentazione e quindi anche le coltivazioni. Le evidenze archeobotaniche documentano un sistema agricolo già evoluto, in cui si raccoglievano diversi cereali, ma in particolare il frumento e l'orzo, e svariate tipologie di legumi, si praticavano la raccolta di frutti spontanei, l'allevamento e la pastorizia.
Lasino - I_resti_carpologici_dell_antica
Documento Adobe Acrobat 390.7 KB
Download
Umberto Tecchiati, L'industria su osso e su corno proveniente dai lievelli di antica e media età del Bronzo del Riparo del Santuario (Lasino - Trentino)
Gli oggetti in osso si conservano facilmente, per secoli e anche per millenni. Gli antichi usavano le corna degli animali - e talvolta anche le ossa umane - per costruire oggetti di pregio, rituali, ornamenti, come quelli trovati al Riparo.
Lasino - TECCHIATI Umberto - L'INDUSTRIA
Documento Adobe Acrobat 10.9 MB
Download
Pio Chiusole, Giovanni Battista Bergamo Decarli, Sondaggio al Riparo del Santuario in val Cornelio nel comune di Lasino. Prima parte.
Gli antichi seppellivano i propri morti nei ripari sottoroccia, praticamente nelle caverne aperte, che spesso venivano chiuse con strutture di legno per aumentare lo spazio agibile: la religione dei defunti è stata la prima della storia dell'umanità. Il Riparo del Santaurio a Lasino è uno dei più importanti della regione.
retrospettive-07-n-web-3-11-2-4.pdf
Documento Adobe Acrobat 233.3 KB
Download
Luca Pisoni, Umberto Tecchiati, Il sito di avvistamento in località Casteleti, segmento difensivo del villaggio della tarda età del Rame e del Bronzo del Riparo del Santuario (Tn)
Anche il toponimo ricorda la funzione difensiva di quello sperone roccioso che sovrasta il Riparo del Santuario, zona sacra, e un sistema di diversi villaggi insediati a stella, circondati dai campi coltivati
Lasino - Pisoni Luca Gaetano - Tecchiati
Documento Adobe Acrobat 537.2 KB
Download
Pio Chiusole, Sandro Vettori, Sondaggio stratigrafico al Riparo del Santuario. Prima parte
Nel luglio 1969 si chiudeva la prima fase di indagini al Riparo del Santuario. I reperti di metallo furono mandati alla sovrintendenza di Padova; quelli di ceramica, al Museo Civico di Rovereto. I sondaggi sono proseguiti nel 1970.
retrospettive-n-10n-web-4-6.pdf
Documento Adobe Acrobat 412.8 KB
Download
Pio Chiusole, Sandro Vettori, Sondaggio stratigrafico al Riparo del Santuario. Seconda parte
In questo articolo si analizza il terreno, strato per strato, in cui sono stati rinvenuti i reperti al Riparo del Santuario.
retrospettive-11-n-web-4-6.pdf
Documento Adobe Acrobat 305.1 KB
Download
Pio Chiusole, Sandro Vettori, Sondaggio stratigrafico al Riparo del Santuario. Terza parte
Frammenti di ceramica, ossa di mammiferi, materiale vario raccolto durante i saggi e l'esame stratigrafico della terra rimossa durante lo scavo al Riparo del Santuario.
retrospettive-n-12-n-web-4-6.pdf
Documento Adobe Acrobat 948.4 KB
Download
Pio Chiusole, Giovanni Battista Bergamo Decarli, Sondaggio al Riparo del Santuario in Val Cornelio nel comune di Lasino. Prima parte
L'indagine al Riparo del Santuario fu iniziata da don Felice Vogt e da allora il sito non ha mai smesso di restituire reperti importanti, e ci sarebbe ancora molto da scoprire......
retrospettive-07-n-web-3-11-2-4.pdf
Documento Adobe Acrobat 233.3 KB
Download
Pio Chiusole, Giovanni Battista Bergamo Decarli, Sondaggio al Riparo del Santuario in Val Cornelio nel comune di Lasino. SEconda parte
Nell'articolo vengono presentate le immagini degli oggetti rinvenuti al Ripario del Santuario, fra cui la sepoltura disgiunta: un cranio posizionato dentro un'urna, una pratica comune fra i Reti.
retrospettive-08-n-web-4-6.pdf
Documento Adobe Acrobat 287.9 KB
Download
Pio Chiusole, Giovanni Battista Bergamo Decarli, Sondaggio al Riparo del Santuario in Val Cornelio nel comune di Lasino. Terza parte
In questo articolo si presentano le ceramiche rinvenute al Riparo del Santuario. Si tratta di frammenti che testimoniano l'usanza antica di seppellire i defunti con i contentori del cibo che gli sarebbero serviti per affrontare il viaggio nell'aldilà.
retrospettive-09-n-web-15-18.pdf
Documento Adobe Acrobat 1'010.0 KB
Download
Maria Antonia Capitanio, Cleto Corrain, Nuovi resti scheletrici umani dal Riparo del Santuario presso Lasino (Trento), datati al Bronzo antico
Si presentano i resti scheletrici umani dell'antica età del Bronzo scavati negli anni '70 da Pio Chiusole e negli anni '90 da Bernardino Bagolini. Si tratta di frammenti che testimoniano riti arcaici.
retrospettive-09-n-web-15-18.pdf
Documento Adobe Acrobat 1'010.0 KB

 

 

 

 

 

 

STRAVINO – GROTTA LA COSINA

 

Gli antichi credevano nella vita nell’aldilà, e seppellivano i propri morti nelle grotte, il ventre della Gran Madre. L’allusione sessuale (non sessista!!!!!) nel nome della cavità è evidente. Qui furono rinvenuti alcuni fra i reperti più antichi della Valle, oltre a inumazioni complete.

 

 

Download
Giacomo Roberti, La grotta sepolcrale detta "La Cosina". Stravino, Trentino
Uno dei primissimi rapporti di scavo in cui si racconta del rinvenimento delle sepolture complete di diversi individui (ora andate perdute) e di punte di freccia, di lancia e di un'ascia che si trovano ora nei depositi del Museo Diocesano di Trento.
Roberti G.,1913_La grotta sepolcrale det
Documento Adobe Acrobat 5.0 MB
Download
Pierpaolo Comai. Luigi Cattoni, La Cosina
La Cosina fu uno dei luoghi di più antica frequentazione in Trentino. Si può dire che il sito fu usato come luogo di sepoltura e di riti sacri a partire dal Neolitico, dal 4.500 a.C. circa fino al 500 a.C., nell'età del Bronzo.
retrospettive01_web-4-9.pdf
Documento Adobe Acrobat 342.7 KB

 

 

 

CAVEDINE

 

Una per una, tutte le frazioni della Valle offrono ritrovamenti importanti. Gli insediamenti antichi si sono spostati nel Medio Evo, ma ripercorrendo l’antica Traversara uno dopo l’altro emergono le testimonianze del passato più antico e misterioso. 

Download
Umberto Tecchiati, Inediti di interesse paletnologico provenienti da Cavedine e Lagolo conservati al Museo Civico di Rovereto
Un gruppo di ceramiche, due asce di bronzo, un bastoncello d'osso pieno (un bottone tipo Montgomery in lavorazione?) risalenti all'età del Bronzo antica e media. Una conferma che la popolazione della Valle dei Laghi in quel periodo doveva essere consistente.
cavedine - Annali5_1989_art01_tecchiati.
Documento Adobe Acrobat 3.9 MB
Download
Lorenzo Dal Ri, Umberto Tecchiati, I Gewasserfunde nella preistoria e protostoria dell'area alpina centromeridionale
Per i nostri antenati l'acqua - a simbologia femminile - era sacra. Alla Gran Madre venivano offerti oggetti preziosi, in metallo, principalmente armi. Come l'ascia rinvenuta a Lagolo nel lago.
Ritrovamenti in acqua.pdf
Documento Adobe Acrobat 8.2 MB
Download
Maurizio Battisti, Simone Cavaliere, Umberto Tecchiati, Una macina a tramoggia da Cavedine
Nel 1998 gli autori dell'articolo, mentre stavano lavorando sul campo, avvistano una macina a tramoggia del IV-II sec. a.C. nel giardino di una casa e la chiedono in dono..... Si tratta di un oggetto importante e tipico proprio del Trentino Alto Adige.
Cavedine - UNA_MACINA_A_TRAMOGGIA_DA_CAV
Documento Adobe Acrobat 147.5 KB
Download
Luigi Cattoni, Pier Paolo Comai, La pietra sacrificale di "Fabian".
Accanto a due enormi mucchi di sassi, piantato per terra, fu rinvenuto un manufatto di pietra, di origine sicuramente antichissima, che fu definito (vista la sacralità del luogo e la vicinanza col Trono della Regina) un altare sacrificale, con le scanalature per far scorrere il sangue.
retrospettive02_web-4-6.pdf
Documento Adobe Acrobat 193.8 KB
Download
Luigi Cattoni, Pier Paolo Comai, L'arte dei "pozzi"
Nell'antichità le sorgenti erano sacre alla Gran Madre: l'acqua era a simbologia femminile, rappresentava il parto e la capacità di procreazione. A Cavedine la "fontana romana" (un impianto a percolamento che di romano conserva ben poco.....) stava sotto a un tempio sembra dedicato a Diana, dea nera protettrice delle partorienti, della foresta e della fauna selvaggia.
retrospettive-04-n-web-4-6.pdf
Documento Adobe Acrobat 207.1 KB

 

 

 

SANTI, ERETICI, CAVERNICOLI

 

 

 

SAN MARTINO DE PRAMERLO

 

Ormai resistono soltanto i ruderi. Ma queste rovine hanno una storia plurimillenaria. Insediamento e luogo sacro retico, poi fortificazione longobarda, poi ancora chiesa ma covo di eretici a più riprese, infine distrutta per cancellare anche la memoria......  

Download
Gabriella Maines, Tra i ruderi di San Martino de Pramerlo: riflessioni sull'identità di un popolo
Oggi non rimane che qualche rudere. Ma i siti dedicati a san Martino nell'alto Medio Evo costituirono un sistema che rimanda ad un popolo di cui ancora oggi si sa pochissimo: i Goti.
Judicaria 86-52-62.pdf
Documento Adobe Acrobat 278.7 KB
Download
Silvano Maccabelli, San Martino di Padergnone e il "sistema" degli altri San Martino. Prima parte
Quando i Longobardi arrivarono in Italia, accettarono quasi subito di convertirsi al cristianesimo. Ma un Dio che si fa crocifiggere, che non combatte, loro - abituati a immaginare il paradiso come un immenso campo di battaglia dove mostrare il proprio valore - non riuscivano a sopportarlo. Così scelsero San Martino, un guerriero, come santo protettore. Le chiese alto medioevali dedicate a San Martino sono un vero e proprio marker culturale.
retrospettive36picc-9-13.pdf
Documento Adobe Acrobat 471.6 KB
Download
Silvano Maccabelli, San Martino di Padergnone e il "sistema" degli altri San Martino. Seconda parte
Ma a san Martino non c'era solo una delle fortificazioni più imprendibili della zona: vista la possibilità di protezione offerta dalle guarnigioni, nelle grotte sopra la rocca - diventata poi una cappella - si insediarono degli eremiti, spesso e volentieri malvisti dalla Chiesa.
retrospettive37_web-9-14.pdf
Documento Adobe Acrobat 769.4 KB
Download
Silvano Maccabelli, San Martino di Padergnone e il "sistema" degli altri San Martino. Terza parte
Nel corso degli scavi del 2005 a San Martino vennero alla luce le tracce di imponenti muraglie di origine carolingia: l'avamposto fu messo a guardia delle piste che correvano in quota, e assunse un aspetto più "imperiale" che fortificato.
retrospettive-38_picc-13-18.pdf
Documento Adobe Acrobat 1.5 MB

 

 

SAN VALENTINO IN AGRO

 

Anche di questo sito, ormai tagliato fuori dalle vie di transito, le origini risalgono alla notte dei tempi: era probabilmente la componente "in piano" della fortificazione sovrastante. In antico un luogo strategico, all'incrocio fra importanti vie di comunicazione.....

Download
Nicoletta Pisu, Le indagini archeologiche a San Valentino in Agro a Vezzano
Il fondo su cui sorge oggi San Valentino apparteneva al senatore bresciano Marco Nonio Arrenio Muciano, grande possidente. La tradizione vuole che la chiesa sia stata costruita nel IX secolo. Ma sul sito sono stati rinvenuti cocci di ceramica pre-protostorica. Poi, molto prima della chiesa, è stato costruito un grande edificio di uso incerto - e sono venute alla luce sette tombe.
retrospettive-n48-web-13-17.pdf
Documento Adobe Acrobat 495.6 KB
Download
Michele Dalba, Castelli scomparsi nel territorio del comune di Vallelaghi
I castelli scomparsi costituiscono una delle pagine più affascinanti della storia del territorio. Prima di proprietà comunitaria, utilizzati come luogo di rifugio, diventano poi fortificazioni e strumenti di oppressione signorile. Leggende e tradizioni popolari avvolgono i vecchi ruderi.
castelkli scomparsi in valle dei laghi.p
Documento Adobe Acrobat 2.0 MB
Download
Valentina Grazioli Garbari, Nota archeologica di Nicoletta Pisu, Il santuario di San Valentino in Agro
E' tradizione che dove oggi si trova la chiesa di San Valentino sorgesse un tempio pagano, sovrastato da una fortificazione preromana e da un villaggio. Mentre si rifaceva l'altare della chiesa, furono rinvenuti un tegolone romano e un'urna cineraria con le reliquie del santo.
Vezzano - san Valentino.pdf
Documento Adobe Acrobat 1.0 MB

 

 

  

 

 

VEZZANO

 

 

Vezzano fu sede di castrum longobardo. Ma le testimonianze archeologiche sono molto più antiche….. villaggi retici e romani, reperti preistorici nelle marmitte dei giganti che testimoniano insediamenti o riti sacri celebrati nel ventre della Terra…..

Download
Giorgio Chelidonio, Valentino Rosà, Nuove tracce preistoriche sul Monte Baldo trentino e a Vezzano (Tn)
Il rinvenimento di oggetti paleolitici in quota testimonia come i Neanderthal si muovessero, magari solo stagionalmente, e come la Valle dei Laghi sia stata abitata e freqeuntata fin dalle ere più remote.
Judicaria 103-17-21.pdf
Documento Adobe Acrobat 195.1 KB
Download
Giacomo Roberti, a cura di Attlio Comai, Una tomba del Basso Impero a Vezzano
Alla Slincia, località situata fra Vezzano e Ciago, Giacomo Roberti all'inizio del '900 rinvenne una sepoltura intonsa accanto ad un'altra, risalente alla fine del IV o all'inizio del V secolo, in periodo di piena decadenza dell'Impero. Era una sepoltura femminile, di una persona "non particolarmente doviziosa" che però testimonia l'alto valore dato alle donne, visto che altrove solo alle ricche signore veniva data una tomba in lastre di pietra.
retrospettive-45-mini-41-43.pdf
Documento Adobe Acrobat 311.3 KB

 

  

 

 

 

TERLAGO

 

Uno dei siti in cui sono stati rinvenuti alcuni fra i reperti più antichi della Valle dei Laghi, compreso il misterioso ciottolo, ancora di incerta interpretazione, che testimonia (forse) l’esistenza di un’arcaica forma di calcolo, se non di scrittura, fra i nostri antenati…….

Download
Giampaolo Dalmeri, Ricerche nel sito tardopaleolitico-mesolitico di Terlago (Trentino). Tracce di strutture d'abitato
L'insediamento si strutturava più o meno come quello che oggi si potrebbe definire un campo base: popolazioni di cacciatori raccoglitori avevano abitazioni in cui sostavano più che negli altri ripari. Capanne già sostenute da pali, che rivelano una notevole perizia nella costruzione.
Terlago - 1992_28_433-461_Dalmeri.pdf
Documento Adobe Acrobat 29.1 MB
Download
Bernardo Bagolini, Tullio Pasquali, Annaluisa Pedrotti, Monte Mezzana, conca di Terlago (Trento)
Il Monte Mezzana oggi è ricoperto dai boschi e disabitato. Ma nella preistoria la montagna fu sede abitativa, era probabilnmete disboscata, e funzionava da base per le attività pastorali e di caccia degli antichi abitanti della conca di Telago.
Terlago - 36_Notiziario Regionale, PA21,
Documento Adobe Acrobat 1.2 MB
Download
Domenico Ferrari, Tullio Pasquali, Doss di Camosciara, Terlago (Trento)
Il doss de la Camosciara è situato su uno sperone roccioso sul Monte Mezzana. Ci si arriva percorrendo la mulattiera che attraverso il Passo della MOrte colega Terlago con Andalo, una pista preistorica. Il sito ha restituito numerosi reperti dalla preistoria al Madio Evo, quando probabilmente vi costruirono una torre.
Terlago - 16_Notiziario Regionale, PA21,
Documento Adobe Acrobat 407.7 KB
Download
Domenico Pasquali, Tullio Pasquali, Laste, Monte Terlago (Trento)
Le Laste sono una zona prativa sul bordo di versanti dirupati del MOnte Mezzana. Vicino a un traliccio dell'alta tensione, sono stati rinvenuti numerosi reperti, fra cui una statuina raffigurante un animale, ossa e corna di cervo e di capra lavorate, frammenti di ceramica.
Terlago - 27_Notiziario Regionale, PA21,
Documento Adobe Acrobat 556.5 KB
Download
Giampaolo Dalmeri, L'arte mobiliare dell'abitato tardopaleolitico-mesolitico di Terlago (Trento)
L'insediamento è stato localizzato nell'autunno 1980 e dopo alcuni saggi esplorativi preliminari sono state eseguite finora quattro campagne di scavo. Dal sito tardopaleolitico-mesolitico di Terlago proviene una serie di oggetti con graffiti.
02_Dalmeri G. 1985_PA21_Arte mobiliare d
Documento Adobe Acrobat 5.7 MB
Download
Emanuela Cristiani, Giampaolo Dalmeri, Functional analysis of the decorated ground stone tool from Terlago (Tn)
Il misterioso sasso inciso rinvenuto a Terlago presenta segni di uso funzionale. Attraverso l'analisi al microscopio, l'utilizzo di tecnologie sofisticate, e il confronto con oggetti simili, potrebbero chiarirsi motivazioni e utilizzo di un reperto tanto importante e così antico.
Terlago - ciottolo - 09 cristiani terlag
Documento Adobe Acrobat 4.7 MB
Download
Tullio Pasquali, I castellieri preistorici della conca di Terlago pubblicati da Desiderio Reich sul Bollettino della Società Rododendro e La Paganella
Desiderio Reich fu uno dei primi studiosi a supporre l'enorme importanza archeologica della zona di Terlago. Alla fine dell'800, si basava sullo studio della toponomastica per individuare eventuali villaggi fortificati. Dopo più di cent'anni, si possono confermare le sue supposizioni e anzi aggiungere altri siti.......
Judicaria 80-46-64.pdf
Documento Adobe Acrobat 640.0 KB
Download
Giampaolo Dalmeri, Elisabetta Flor e Stefano Neri, Preistoria a Monte Terlago: una nuova ricerca archeologica
Poco più di 10.000 anni fa, sulla sponda settentrionale del Lago di Terlago, si era insediato un gruppo di cacciatori-raccoglitori. In quel villaggio è stato rinvenuto un reperto importantissimo: un ciottolo inciso con caratteri misteriori: una forma di calcolo, un primo tentativo di scrittura.....?
Judicaria 80-split.pdf
Documento Adobe Acrobat 429.2 KB
Download
Luca Pisoni, Etnoarcheologia e archeologia nella conca di Terlago. Attività economiche, viabilità preistorica e sentieri SAT
Un breve excursus nei sistemi che l'essere umano ha adottato, fin dalla presitoria, per sfuttare al meglio l'ambiente che lo circondava. Da cacciatori, raccoglitori e pescatori, con l'avvento dell'agricoltura cambiano le zone di insediamento e comincia l'alpicoltura.
Etnoarcheologia_e_archeologia_nella_conc
Documento Adobe Acrobat 1.4 MB
Download
Stefano Neri, Le nuove ricerche archeologiche al Riparo di Monte Terlago
Al Riparo di MOnte Terlago sono state raccolte le testimonianze della frequentazione dei cacciatori-raccoglitori di 11.000 anni fa, quando un notevole miglioramento delle condizioni climatiche permette l'insediamento di interi clan familiari.
retrospettive-65-web-4-7.pdf
Documento Adobe Acrobat 457.4 KB
Download
Tullio Pasquali, Il castelliere di Covelo o doss de Nariòl
Nel 1912 Ciro Vecchetti, farmacista di Vezzano, fece uno scavo di due giorni a Covelo e rinvenne vari oggetti,,,,, che sono contenuti in tre sacchettini al Museo Civico di Bolzano.
Judicaria 86-38-42.pdf
Documento Adobe Acrobat 177.6 KB
Download
Luigi Campi, Stazione gallica sul Doss Casion presso Terlago nel Trentino
Il Campi fu uno dei primi archeologi che lavorarono in Trentino: e il rinvenimento del "tesoretto di Terlago" , composto di bellissimi oggettio in bronzo (fra cui un pendaglio che rappresenta una divinità femmina) ribadisce l'importanza del sito.
doss castion deposito votivo.pdf
Documento Adobe Acrobat 5.0 MB
Download
Luca Pisoni, Dinamiche insediative nella conca di Terlago (Tn) durante l'età del Bronzo e del Ferro. Allevamento, alpicoltura, economia del rame e viabilità
Oltre ad un inquadramento geografico e ad una schedatura delle fonti archeologiche, basati su dati editi ed inediti, si parla di economia preistorica e di viabilità in rapporto alla posizione degli insediamenti.
Terlago.pdf
Documento Adobe Acrobat 933.0 KB
Download
Tullio Pasquali e Ivana Mosna, Le incisioni nella roccia di Terlago e Covelo
A Terlago, sulla via per la cava di pietre, si è scoperta un'incisione che rappresenta una capra, fatta probabilmente da un pastore in un tempo imprecisato. E la chiesa di Covelo sorge su un masso che sembra coperto di coppelle preistoriche, utilizzate un seguito per far scoppiare i mortaretti......
Judicaria 103-17-21.pdf
Documento Adobe Acrobat 195.1 KB

 

SAN PANTALEONE

 

La posizione tradisce l'importanza che questo sito doveva avere fin dalle epoche più remote. E, malgrado oggi sia escluso dalle maggiori vie di comunicazione, la continua riedificazione nei secoli e gli affreschi di un famoso pittore rinascimentale ne svelano l'importanza. 

Download
Nicoletta Pisu, San Pantaleone a Terlago, indagini archeologiche
Nel corso del restauro del 2014, furono effettuati degli scavi archeologici a San Pantaleone, che rivelarono che la chiesa era probabilmente molto più antica di quello che lascerebbe presumere la data presente all'interno.
retrospettive-64-web-6-10.pdf
Documento Adobe Acrobat 549.3 KB
Download
Maddalena Ferrari, Francesco Verla araldo del Rinascinento in Valle dei Laghi: il ciclo di san Pantaleone a Terlago
San Pantaleone sorge su un probabile sito sacro preistorico: la cima di un dosso vicino al lago. Quando il Verla venne ad affrescare la chiesa, esisteva una cappella cristiana già da secoli.
Judicaria 97-51-57.pdf
Documento Adobe Acrobat 286.5 KB

 

 

LA RELIGIOSITA’

 

In antropologia la religione è un fattore di permanenza: fra tutti gli elementi culturali, è quello che cambia più difficilmente e più lentamente. Sulle Alpi – e in Valle dei Laghi – le credenze arcaiche parlano di una Gran Madre che col cristianesimo si trasforma in Madonna, ma che continua a permeare l’intero creato e che si incontra nei siti archeologici, nelle santelle, negli affreschi sui muri, nelle processioni, nelle preghiere……

Download
Silvano Maccabelli, Sacralità preistorica in Valle dei Laghi
Il dosso che definisce la Valle dei Laghi era probabilmente - e fin dalle epoche più remote - un'estesa area sacra, in cui la scoperta di numerosi siti di sepoltura e adibiti a santuario testimoniano l'uso rituale. Ma anche il "tesoro di Terlago" potrebbe essere un'offerta alle divinità dei Reti.....
dea cavedine.PNG
Formato Portable Network Grafik 412.3 KB
Download
Fiorenzo Degasperi, Per una geografia sacra della Valle di Cavedine. Segni, tracce, simboli
In Valle dei Laghi si coglie una stratificazione culturale purimillenaria, che si esprime nei segni del sacro. Luoghi di sepoltura, santuari preistorci, incisioni rupestri, fonti "magiche", capitelli, croci, Madonne. Sono i segni di una religiosità popolare che affonda le proprie radici in tempi remotissimi.
dea cavedine.PNG
Formato Portable Network Grafik 412.3 KB
Download
Silvano Maccabelli, La Valle nei secoli bui. Le frontiere della sacralità crtistiana in Valle dei Laghi
Sembra che la prima cristianizzazione della Valle dei Laghi sia avveniuta nel IV secolo, ad opera (forse) di soldati romani. Si dice anche che santa Massenza, dopo il martiorio del figlio, si sia ritiurata sulle sponde del lago monimo..... quello che è certo è che san Valentino è una delle chiese più antiche del Trentino.
Judicaria 86-43-51.pdf
Documento Adobe Acrobat 158.7 KB
Download
Fiorenzo Degasperi, Per una geografia sacra della Valle di Cavedine. Segni, tracce, simboli
In Valle dei Laghi si coglie una stratificazione culturale purimillenaria, che si esprime nei segni del sacro. Luoghi di sepoltura, santuari preistorci, incisioni rupestri, fonti "magiche", capitelli, croci, Madonne. Sono i segni di una religiosità èpopolare che affonda le proprie radici in tempi remotissimi.
Judicaria 97-41-44.pdf
Documento Adobe Acrobat 128.6 KB
Download
Mariano Bosetti, La luce della preistoria: i kurgan della Valle di Cavedine
I kurgan sono le caratteristiche tende delle popolazioni nomadi delle steppe, trasformate in luoghi di sepoltura e siti sacri. La ricerca di un'autrice che ha voluto rimanere anonima ne ipotizza la presenza e ne individua diversi anche in Valle dei Laghi.
retrospettive-07-n-web-3-11-4-9.pdf
Documento Adobe Acrobat 568.3 KB

 

 

  

 

 

VARIE ED EVENTUALI

 

Pubblicazioni di interesse generale che magari non rimandano direttamente a siti archeologici, ma che potrebbero essere molto interessanti……

Download
Silvano Maccabelli - Note di storia delle parlate in Valle dei Laghi
Il substrato dei dialetti della Valle dei Laghi è di origine antichissima: prima retico, poi gallico.....
Judicaria 80-65-69.pdf
Documento Adobe Acrobat 142.4 KB
Download
AA.VV., a cura dei gruppi culturali Retrospettive, La Roda, N.C. Garbario del distretto di Vezzano, Di lago in lago: un percorso tra storia e natura in Valle dei Laghi
Un interessantissimo excursus storico e archeologico sulla Valle dei Laghi vista attraverso le vicende dell'elemento acqua. Dalla preistoria all'elettrificazione, le risorse idriche sono state essenziali per lo sviluppo della vita, ma sono state anche causa di conflitto fra la popolazione e i signori, fra i contadini e i cittadini.
Valle dei laghi - i laghi.pdf
Documento Adobe Acrobat 26.8 MB
Download
Luca Pisoni, Sulle tracce dei pastori: le pietre raccontano
Portare al pascolo le bestie comportava lunghe ore di solitudine e noia. I pastori, spesso ragazzini, dovevano passare il tempo e si dedicavano, come nella preistoria, all'incisione delle pietre: hanno lasciato graffiti nell'intera Valle deu Laghi che dimostrano una cultura specifica, sentimenti, aspirazioni......
Sulle_tracce_dei_pastori_le_pietre_racco
Documento Adobe Acrobat 4.4 MB